Test Santa Cruz Bronson
Dopo i successi dei modelli Hightower LT e Nomad usciti l’anno scorso, il Bronson aveva poco spazio tra tutti i modelli del marchio Santa Cruz che propone una gamma molto ampia. Era sicuro che sarebbe stata proposta una nuova versione. Ecco quindi il nostro Test Santa Cruz Bronson.
Prova del Bronson
Considerata come la mtb maggiormente dotata in componenti tra tutti i modelli di MTB Enduro, il Santa Cruz Bronson aveva pina piano perso la sua supremaziona con l’arrivo dei Hightower e altri Nomad. Due concorrenti diretti. Con le sue ruote da 29”, le’Hightower è stato un vero successo.
Il nuovo Bronson propone quindi un nuovo telaio che assomiglia molto al famoso Nomad con sospensione VPP (per Virtual Pivot Point) piazzata sotto il movimento centrale. Un look molto simile al « V10 », molto agressivo con una reggionevole escursione da 160 mm davanti e 150 mm sulla parte posteriore.
Il nuovo Bronson rimane lui con le sue ruote da 27,5”, è invece compatibile con il formato 27,5”+ e copertoni da 2.8. In merito alla sua geometria la bici rispetta ora i vari standard del mercato. Cioè una MTB allungata con angoli che possono variare secondo il posizionamento dell’ammortizzatore. In effetti i carri posteriori dispongono di posizioni High e Low che procurano alla bici angoli compresi tra 65,4 a 65,1 gradi.
Come spesso dalla Santa Cruz, il telaio è disponibile in due versioni carbonio C e CC che completano un offerta in alluminio di entry level. Le fibre utilizzate sono le stesse di quelle dei modelli di MTB Hightower e altri Nomad, solo l’aspetto del tubo direzionale consente di notare la differenza al primo colpo d’occhio. Una cosmetica che cambia totalmente quando si tratta del modello « Juliana Roubion », la versione donna del Bronson. Perché da molti anni Santa Cruz propone delle MTB con morfologie adatte alle donne.
Le prime sensazioni col Santa Cruz Bronson
Se statisticamente il Bronson ha poche differenze col Nomad, si nota comunque una vera evoluzione una volta provato. Più corto, meno radicale, il 150 mm del marchio californiano ha un aspetto più tranquillo e dedicato di più alla pedalata. Si nota subito sui percorsi con salite regolari. L’angolo della sella è maggiormente adatta e la posizione è comoda quando si tratta di dislivelli.
In merito alle sospensioni il VPP è molto fedele a se stesso e risponde bene alla pedalata. Sia in salita che soprattutto in discesa la bici rimane bene “incollata” al terreno.
La bici è sana e dotata di un buon equilibrio, basta poco tempo per sentirsi al suo aggio alla sua guida. Il manubrio d’origine con i suoi 800 mm di larghezza può sembrare un pò troppo soprattutto in fase di passaggio tra gli alberi. Su un terreno molto ripido e tecnico la bici si dimostra agile e molto regolare nelle sue prestazioni.
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